Sulla vetrina il cartello “cercasi ragazza full time”. La ragazza dell’hotel cammina di fronte a lui ancheggiando sui tacchi, cosa che gli crea un impercettibile tumulto ormonale. Tra la gente in tumulto, un bambino cerca di bere da una bottiglietta, ma l’autobus lo distrae. La bottiglietta di plastica cade per terra, il vento non ci pensa due volte e l’oggetto, ignaro del suo potere inquinante, si ritrova a rotolare fino a cadere inesorabilmente nel fiume. Le acque del fiume sono gialle ormai, non se ne vede più il fondo, e foglie morte vi galleggiano da secoli. Anche quel giorno una foglia d’autunno era andata a posarsi sul davanzale della sua finestra – era stato secoli prima. E da quella finestra aveva scorto la madre uscire di casa urlando “Non chiamate Chi l’ha visto!” In quell’istante la postina si era fermata davanti alla porta di casa, e lui avrebbe voluto dirle “Portami via con te e non riconsegnarmi al mittente”. Ma la postina aveva preferito la madre, ed era partita, lasciando dietro di sé una scia di fumo nero. Il fumo era diventato sempre più denso, fino ad avvolgere la sua visione romantica della vita. Vita o morte che importanza aveva, il mondo non lo meritava. Questo pensava del mondo, finché un giorno non aveva oltrepassato la linea gialla e lì il Controllore gli aveva parlato: allora aveva capito che si poteva credere in qualcosa, persino negli esseri umani. Per questo si era chiuso in quel bagno pubblico e ora si ritrovava a leggere le scritte sulle piastrelle umide, tracce di umanità dimenticata. E l’oggetto cadeva nel pozzo profondo – o almeno gli sembrava un pozzo – cancellando l’unica traccia di una vita spesa a cercare l’infinito: una siringa che aveva svolto il suo ultimo, ultimissimo compito. Schiacciando il pulsante come per magia tutto nel pozzo si era messo a ondeggiare in un turbine d’acqua, uno tsunami di ricordi. E prima di voltare le spalle al pulsante, aveva letto una scritta: “Domani risorgo – firmato Gesù”. Parole sante.
(di Francesca Enrew Erriu)
Parole sante. 🙂
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