I Racconti di Xyara* (2) La riunione Haar

Xyara

(Quando sta per morire nel Nuur grigio, parte di Xyara scende nel Maar per raccontare ad Orian ciò che è accaduto e ritrovare le parti della sua essenza: Orios e Tara)

I Saggi arrivarono e tutti ci mettemmo in ginocchio. Parlarono soprattutto Xenob e Xenobia, i saggi più rispettati di Haar. Essi sottolineavano la necessità che noi Haar restassimo al servizio del Saar grigio e i suoi seguaci proprio per il bene della Terra, e che non era necessario andare via come avevano fatto i vigliacchi Sir. Che anche se ci avevano cacciato e sembravano avere brutte intenzioni nei nostri confronti, tutto si sarebbe sistemato.

Mentre parlavano, avevo l’impressione di ascoltare due robot programmati. Qualcuno che dice parole non sue. E notavo con la coda dell’occhio che Mikail stringeva la sua pietra nella mano e che questa tremava. Xenob terminò il discorso dicendo che dovevamo essere uniti, e che chi fosse stato contrario alla decisione di restare, sarebbe stato esiliato.

Notai che nel frattempo anche Aleph, seduto esattamente di fronte a Mikail, aveva notato l’oggetto nella sua mano, e si agitava come volendosi alzare e dire qualcosa.

A quel punto, Mikail si alzò mostrando la sua pietra, dicendo a tutti il significato della sua vibrazione, in grado di riconoscere la manipolazione della mente.

“Credetemi fratelli,” disse Mikail “molti di voi conoscono i miei poteri e quanto sono in grado di percepire alcune cose. Molti di voi mi hanno detto più volte di considerarmi Saggio, avete forse cambiato idea?”

Nessuno rispose. Io mi alzai per difenderlo, ma Xenob alzò la sua mano in maniera perentoria.

“Chi è contrario alla nostra decisione, non può restare qui!” dichiarò.

“Allora addio!” urlò Mikail, voltandosi per fuggire.

Ma a quel punto tutti si alzarono, come se la mano di Xenob avesse dato un ordine preciso, e corsero dietro a Mikail. In particolare vidi Aleph correre dietro di lui più veloce degli altri.

Io ero come paralizzata, ma poi mi misi a correre anch’io, cercando di seguire la folla. Persi subito traccia di Mikail, e il bosco diventava fitto e buio.

Lo vedevo a distanza con gli occhi della mente. Percepivo il suo respiro affannato nella corsa, il tentativo di nascondersi dietro gli alberi, poi a un certo punto rallentava perché il buio gli impediva di vedere sotto i propri piedi. Udì le loro voci farsi più vicine, l’avrebbero preso. Era terrorizzato, disperato, e riprese a correre pur non vedendo nulla, e fu così che quasi scivolò in un precipizio, si tenne a dei rami con tutte le sue forze, ma infine cadde, e nel cadere il suo petto restò infilzato in un grosso ramo di rovi.

***

Avevo approfittato del buio per spostarmi non vista dagli Haar inferociti. Tutti si erano accorti che volevo difendere Mikail e che ero dalla sua parte, quindi mi avrebbero cercata. Piangendo per la sua morte, ma facendomi forza, mi appoggiavo agli alberi e seguivo la luce della luna che finalmente si era affacciata tra le nuvole.

Tenevo stretta in mano la pietra nera dei Sir. Mikail l’aveva appositamente lasciata cadere prima di fuggire e nella confusione generale, ero riuscita a recuperarla.

Allontanandomi nella direzione opposta al nuur grigio, ero giunta ad un altro Nuur di cui ignoravo l’esistenza. Emanava un bagliore strano, una luce di un colore che non saprei definire, simile alla terra del deserto ma bronzeo. Mi avvicinai con cautela.

Ormai era quasi l’alba, e alle prime luci potevo distinguere una figura che si muoveva tra le sale del nuur. Rimasi nascosta dietro una pietra ad osservare, vedendo meglio man mano che si faceva giorno. L’uomo indossava una tunica di colore bronzeo – molto simile alla luce che avevo visto intorno al nuur – e seminava pietre trasparenti e luminose in cerchio. Da un’altra sala, vidi uscire tre giovani uomini, probabilmente suoi discepoli, che lo salutarono e poi dissero “Noi andiamo, Shiar.” E si allontanarono.

“A più tardi.” Rispose Shiar. E così compresi che si trattava di colui di cui avevo sentito parlare, come primo tra i fedeli al Saar rosso e poi al Saar grigio. E che Nyu aveva probabilmente avvelenato per liberarsi di lui prima di andare al nuur grigio.

Quando Shiar si sedette accanto al fuoco per meditare chiudendo gli occhi, entrai silenziosamente nella sala. Posai la pietra nera proprio di fronte a lui, e questa si mosse disegnando un piccolo cerchio ed emanando una debole luce argentea, per poi fermarsi puntando verso di lui. In quell’istante aprì gli occhi e mi vide. Dapprima stupito, guardò me e poi la pietra. Le sue labbra fecero un lieve sorriso.

“Fidati di chi ti porterà la pietra dei Sir.” Disse, come ripetendo qualche messaggio sentito in precedenza.

 

(Testo di Francesca Enrew Erriu)

(Immagine: Xyara)

 

*NOTE*

Nuur Grigio – corrisponde all’attuale sito di Barumini

Nuur – si intende la costruzione che oggi corrisponde ai nuraghi

Haar – nome per gli Arturiani

Sir – nome per i Siriani

 

 

Informazioni su Ofelia72

Come tutte le anime in viaggio, a un certo punto ho sentito di dover mettere insieme tutto ciò che scrivevo o percepivo da tempo. Così è nato questo blog, dove in particolare trascrivo i messaggi dei miei contatti con le Stelle (Beatrix di Sirio). Questi sono raccolti nella categoria “Esseri senza tempo“. Nelle altre categorie troverete: i miei scritti narrativi – come racconti, poesie e canzoni (“Stories“) articoli sull’arte, musica e consigli su libri o film (“Cinema e libri“) articoli sulle pratiche olistiche del mio lavoro, come il Reiki e i Registri Akashici (“Guarigione/Healing“) In questo blog uso il nome di Ofelia72 (uno dei miei nickname) Se vuoi scrivermi fuori dal blog la mia mail è zetazeta72@gmail.com Ti invito a visitare anche le pagine Facebook: https://www.facebook.com/francescaerriuditucci https://www.facebook.com/profile.php?id=100067082611786 Ofelia72
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5 risposte a I Racconti di Xyara* (2) La riunione Haar

  1. gianni ha detto:

    Ma c’è anche un seguito?

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