
Tharros, Sardegna
Tara si inginocchiò e svolse per terra il sacco che aveva portato per tutto il viaggio sul cavallo. Prese le erbe e i suoi recipienti di legno, gli oli preparati prima di partire, insieme a Senor e Myara. Sistemò gli impacchi sulla fronte e all’altezza dello stomaco. Distribuì l’olio in diversi punti e tracciò dei simboli.
Per tutta la notte non si spostò dalla sala. Sar sudava e si lamentava per i dolori, ma Tara poteva vedere sulla sua pelle qualcosa di viscido e nero che come un serpente era uscito dal suo corpo e infine andava a bruciare nelle fiamme del fuoco.
All’alba, Sar era come rinato. Il colorito era cambiato, i suoi occhi erano vividi, e riusciva lentamente a sedersi. Il servitore si era addormentato, nessun rumore tra loro, tranne i primi uccelli che volavano sopra il Nuur.
Sar la guardava incredulo. Tara sorrise soddisfatta sotto il velo che le copriva il volto.
“So che avete promesso di esaudire qualunque richiesta di chi vi avrebbe guarito.” Disse. E dato che Sar ancora non riusciva a dire niente, proseguì: “Chiedo che le sciamane non siano più bandite e possano essere libere da qualunque persecuzione.”
Sar sobbalzò.
“Perché chiedi proprio questo?”
“Perché sì.”
Tara si abbassò il velo scoprendo la testa e il volto. Sar riconobbe in lei una donna e trasalì.
“Mi hai ingannato.” La accusò.
“Sì. Ma se non l’avessi fatto, non vi avrei potuto guarire.”
Ci fu silenzio. Sar abbassò lo sguardo, come sconfitto.
“Non potrò mai dire a nessuno di essere stato guarito da una donna. Perciò vai via subito, lontano da qui! Porterò la tua richiesta a chi di dovere.”
“Io andrò via,” disse Tara “ma fate in modo che la vostra richiesta sia accolta. O le sciamane non saranno disposte ad aspettare ancora.”
Tara si alzò e uscì dalla sala. Riprese il cavallo e Kylia la seguì. Dopo essersi allontanata senza dare nell’occhio, salì sul cavallo e corse il più distante possibile, verso la costa. Decise di non tornare per un po’ nella zona di Senor. La sera si fermò in un piccolo bosco e si addormentò, appesantita da tutto il lavoro svolto. Sentì su di lei una sorta di carezza, che le sembrava il vento, e un bagliore di colore blu e argento che la avvolgeva.
La mattina ebbe la sensazione di essere osservata, e vide delle ombre tra gli alberi. Pensò che Sar potesse aver svelato la sua identità e che la stessero cercando. Ebbe paura, e si incamminò a piedi per uscire dal bosco. Non trovava più Kylia e iniziò a chiamarlo.
Camminò tanto, finché da lontano sentì il rumore del mare. Il vento era aumentato, e le onde si alzavano alte. Scese fino alla spiaggia, ormai esausta. Notò il piccolo Kylia che con l’idea di bere – come spesso faceva – si era avvicinato troppo all’acqua e ora rischiava di essere travolto dalle onde. Tara cercò di afferrarlo, ma anche lei era molto provata dal viaggio. Si bagnò i vestiti e il turbante cadde in mare. A un tratto, come una tempesta improvvisa, il vento divenne talmente forte da non potersi reggere in piedi; la sabbia volava, e le onde diventavano altissime, come non si erano mai viste prima da quelle parti.
Tara era riuscita a mettere in salvo Kylia, ma lei fu travolta prima che se ne potesse rendere conto, in un punto reso profondo da un dislivello del fondale. Un turbine di acqua e fanghiglia scuoteva tutto il suo corpo e fu trasportata in fondo al mare, per poi risalire in superficie quasi priva di sensi. Il mare in quel punto era improvvisamente più calmo, ma lei sentiva di non farcela.
Le sembrò di vedere intorno a lei dei pesci molto grandi che giravano in cerchio, ma erano i Maar, i Saar del mare. Fluidi, trasparenti come l’acqua, le parlavano con la mente.
“La vita in questo tempo è finita. Verrai con noi nel Maar fino a quando sarà il momento di tornare.”
Il Maar… casa. Pensò Tara. E poi il suo corpo restò lì in mezzo alle onde, mentre lei se andava.
***
Dopo diverso tempo, Xyara scese nel Maar per avere notizie delle altre due parti della sua essenza, Tara e Orios. Le rispose subito Orian:
“Tale era il loro amore che hanno deciso di unirsi in un’unica creatura Maar, né uomo né donna come tutti i Maar, e che ha preso nome di Taros. Molti potranno sentire la loro energia nel luogo di nome Tharros sulla Terra.”
***
(Testo di Francesca Enrew Erriu)
(Immagine: Tharros, Sardegna)