Aleph*Il Viandante Visionario*Il figlio del Raggio Bianco

 

Orios maar

Soltanto la mattina dopo, vedendola in riva al fiume a prendere dell’acqua, Aleph si accorse che Tara aspettava un bambino. Con grande fatica cercava di sollevare la brocca con l’acqua da portare alla capanna, così il ragazzo corse subito in suo aiuto.

Verso sera, tornando da un giro di perlustrazione per accertarsi che non ci fossero sconosciuti nella zona, da lontano la sentì lamentarsi e piangere per il dolore. La trovò di nuovo vicino al fiume, appoggiata ad un albero, stringendo la corteccia così forte fino a far sanguinare le mani. Pur non sapendo niente della maternità e non avendo mai assistito a un parto, Aleph capì che stava per partorire.

Non ce l’avrebbe fatta ad arrivare alla capanna. Così preparò un tappeto di foglie dove farla stendere e Tara sembrò stare meglio. Ma la tregua durò poco, perché i dolori ricominciano forti e la ragazza piangeva disperatamente. Fu una lunga notte. Aleph non sapeva che altro fare, se non asciugarle il viso e rinfrescarla con l’acqua. Poi finalmente, in preda a spasmi ed enorme sofferenza, Tara partorì, e lui subitamente afferrò la creatura dal suo corpo.

Ma la creatura era esanime. Gli occhi chiusi, il volto bianchissimo, le labbra serrate che non sembravano volersi aprire. Aleph provò a scuotere il bambino, a soffiare dentro la sua bocca, persino a metterlo nell’acqua, ma niente servì a fargli prendere vita. E nel mentre Tara, ancora in preda ai dolori, non riusciva a sollevarsi, ma capiva tutto ciò che accadeva. E di nuovo pianse disperatamente. E Aleph si chinò per terra senza forze e anche lui disperato.

Era l’alba e il cielo era scuro. All’improvviso un lampo blu sembrò squarciare il cielo, seguito da altri lampi blu e argentati. Aleph sollevò lo sguardo, e vide delle luci intermittenti. Tara riuscì finalmente a sedersi, appoggiandosi all’albero, e anche lei fu rapita da quella visione. Un grande oggetto di colore blu e argento si era fermato più o meno all’altezza della cima dell’albero. Un raggio era uscito dall’oggetto, e come trasportati da esso, erano scesi due esseri, poco distanti da loro. Erano di colore blu, uno di aspetto femminile, l’altro maschile, ma non potevano vederne i tratti, solo le sagome simili a degli ologrammi.

L’essere femminile allungò le mani nella loro direzione, e senza avvicinarsi, con un raggio blu prelevò il bambino senza vita e lo tenne tra le braccia. Poi parlò, con voce amorevole ma poco umana.

“Il bambino del Raggio Bianco non è ancora pronto, per questo posto.”

Tara si inginocchiò e a stento tratteneva le lacrime, nel vedere il bambino portato via da esseri che non conosceva.

“Chi siete?” chiese Aleph facendosi coraggio.

“Io sono Beatrix” rispose l’essere femminile “ e lui è Anthymos. Siamo dell’astronave dei Sir.”

L’essere di nome Anthymos allungò una mano verso Aleph e gli porse, tramite il raggio, una pietra di colore nero lucido.

“Aleph,” gli disse “tu ricevi da me la pietra dei Sir. Con il suo aiuto sarai in grado di capire la vibrazione degli altri esseri, in modo da poterti proteggere.”

Aleph, incredulo, prese la pietra nella sua mano, e subito sentì una forte protezione. Poi i due esseri si allontanarono, come per tornare alla loro astronave.

“Tara,” disse Beatrix “non temere per il tuo bambino. Tornerà quando sarà il momento, quando sarete di nuovo connessi alla Galassia superiore.”

In quel momento apparve una pozza d’acqua trasparente, come una piscina dove si riflettevano il cielo e le stelle di una galassia.

“Immergiti in queste acque chiare e purificatrici, e sarai guarita.”

Così Tara si spogliò, rendendosi conto solo in quel momento di aver perso tantissimo sangue, e andò ad immergersi nell’acqua.

“Aleph” disse Anthymos “domani riprenderai il tuo viaggio. Rincontrerai Nur, lo sciamano della Torre rossa. Egli sarà il tuo maestro. È importante.”

E senza aggiungere altro, i due esseri svanirono nei loro raggi e l’astronave si allontanò, come se nulla fosse accaduto. I due giovani si guardarono, quasi persuasi di aver sognato.

Aleph notò vicino alla pozza d’acqua delle bellissime pietre colorate, e ne scelse una per creare un monile da lasciare a Tara prima di ripartire. Tara nel frattempo si lasciava curare dall’acqua e chiudeva gli occhi quasi addormentandosi.

Scese la sera, e Aleph posò la collana per Tara vicino all’albero. Non la voleva svegliare, galleggiava così beatamente nell’acqua. Così si alzò, deciso a ripartire. Ma appena si voltò, sentì la voce di Tara che lo chiamava. Allora si voltò ancora verso la piscina d’acqua, ma Tara aveva ancora gli occhi chiusi e non poteva certo aver parlato.

Questo accadde tre volte. Si voltava e sentiva “Aleph, Aleph, Aleph” quasi come un canto. Alla fine tornò accanto all’albero, e Tara d’un tratto aprì gli occhi, come svegliandosi.

“Mi stavi chiamando?” le chiese.

“Sì, ma in sogno.” Rispose lei, come frastornata. Guardò il suo corpo, ed era completamente guarito, privo dei segni del parto, come se nulla fosse accaduto.

L’acqua intorno a lei era diventata di colore blu elettrico. Scie luminose si muovevano in superficie, il cielo stellato si rifletteva intorno a lei e sul suo corpo nudo. E anche se lei non parlava, lui continuava a sentire chiamare il suo nome. Poi un’altra voce diceva “Noi uniamo la Galassia superiore”.

A quel punto non poteva più pensare di andarsene. Anche lui si liberò di ciò che indossava, e lentamente entrò in acqua, portando con sé la collana per Tara. Gliela mise al collo, e la pietra era di colore blu come l’acqua stessa e brillava di tante stelle. Finalmente vide un sorriso sul suo volto. E a lungo si guardarono, finché le labbra si unirono. E quello che non sapeva sull’amore, lo imparò in una notte.

 

(di Francesca Enrew Erriu – I racconti di Tara)

Informazioni su Ofelia72

Come tutte le anime in viaggio, a un certo punto ho sentito di dover mettere insieme tutto ciò che scrivevo o percepivo da tempo. Così è nato questo blog, dove in particolare trascrivo i messaggi dei miei contatti con le Stelle (Beatrix di Sirio). Questi sono raccolti nella categoria “Esseri senza tempo“. Nelle altre categorie troverete: i miei scritti narrativi – come racconti, poesie e canzoni (“Stories“) articoli sull’arte, musica e consigli su libri o film (“Cinema e libri“) articoli sulle pratiche olistiche del mio lavoro, come il Reiki e i Registri Akashici (“Guarigione/Healing“) In questo blog uso il nome di Ofelia72 (uno dei miei nickname) Se vuoi scrivermi fuori dal blog la mia mail è zetazeta72@gmail.com Ti invito a visitare anche le pagine Facebook: https://www.facebook.com/francescaerriuditucci https://www.facebook.com/profile.php?id=100067082611786 Ofelia72
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