(seguito di I Racconti di Tara)
L’avevano chiamata Lya come la sorella di Thom. Aveva lasciato che accarezzassero il suo manto per poi nascondersi nuovamente tra gli alberi. Ogni giorno quando Lara scendeva, faceva la sua comparsa e lei la seguiva, fino a quando la perdeva di vista. In quei giorni strani fu per lei una vera compagnia. Tra le suonate al piano della padrona di casa e i ritorni di Thom, sempre più radi.
La situazione in Germania sembrava essere sempre più complicata, e lui non avrebbe potuto spostarsi spesso dalla base. Anche per non rischiare che lei e la madre non fossero al sicuro. Era meglio per loro restare lì a Wannsee, non avvicinarsi alla città se non fosse stato necessario.
“Il Comandante ti ha nominato l’altra sera, mentre eravamo in mensa. Non so perché, c’erano altre persone ed è venuto fuori quel giorno in quell’albergo, e il soldato Nikolas. Questa cosa non mi ha fatto dormire.”
“Perché?” cercò di tranquillizzarlo Lara. “Non potrà certo immaginare che sono qui…”
“Non lo so. Una volta un soldato che lo conosce bene ha detto che ha una specie di sesto senso…”
Non parlarono. Quella conversazione suonava come un addio, accompagnato dal pianoforte al piano di sotto.
E così abbracciarsi fu spontaneo, e stringersi, nella paura di non sapere quando si sarebbero rivisti. In quel momento, Lara capì che era troppo rischioso continuare a nascondersi lì. Non tanto per lei, quanto per lui e la madre. Ma non disse nulla. Per loro quella sera parlò il silenzio, degli sguardi e delle mani. Per loro bastarono i baci, e finire nuovamente su quel letto, per un incontro stavolta voluto, desiderato. E che non avrebbero scordato.
***
Il lago di Wannsee
Quel giorno arrivò. Dalla finestra, Lara aveva visto diverse camionette dirigersi verso le case più vicine al lago e poi fare diversi giri di perlustrazione. Le strade erano diventate improvvisamente deserte. Per la prima volta da quando era lì, la madre di Thom aveva interrotto la suonata al pianoforte. Capì di non avere più altra scelta. Al tramonto, quando la padrona di casa si era già ritirata nelle sue stanze e la cameriera era andata a dormire dalla madre anziana come ogni lunedì, Lara scrisse una lettera che lasciò piegata sul cuscino. Poi mise le sue poche cose in una borsa di stoffa e uscì silenziosamente dalla casa. Indossò un soprabito che era appartenuto alla sorella di Thom.
L’aria per fortuna era tiepida. Decise che sarebbe andata verso il lago per nascondersi in uno dei rifugi abbandonati in quella stagione, e verso l’alba avrebbe cercato un passaggio per spostarsi sull’altra sponda.
Richiuse il cancello a malincuore, triste per non essere riuscita a trovare Lya per un ultimo saluto. Fu davvero sorpresa quando, dopo aver svoltato alla traversa che portava verso il lago, sentito un frusciare strano alle sue spalle, si era voltata vedendo la piccola volpe dietro di lei. Cercò di fare in modo che tornasse indietro, verso la casa, ma la volpe continuava a seguirla. Così, pur non spiegandosi la scelta dell’animale, si rassegnò a farsi accompagnare da lei, grata per tanto inaspettato affetto.
Insieme si nascosero in una delle casette sul lago, attendendo l’alba.
***
Poco prima che facesse luce, nel dormiveglia ebbe come l’impressione che Lya si fosse mossa e fosse sgusciata fuori dal piccolo passaggio vicino alla porta di legno. Le parve anche di udire il suono di acque agitate. Aprì gli occhi e si avvicinò rapidamente alla finestra. Vide la sagoma della volpe avanzare verso l’acqua, andando incontro a un capretto, cosa che chiaramente destò lo stupore di Lara. C’era un’aria sospesa, le acque del lago si agitavano in maniera anomala, come le onde del mare, e a riva c’erano solo i due animali. Poco dopo però li raggiunse una figura umana, e man mano che il sole sorgeva Lara poté distinguere una donna dai capelli grigi. La donna cercava di impedire che il piccolo capretto finisse in acqua, ma nel tentativo di salvarlo cadeva in acqua anche lei. Lara aveva la sensazione di vedere un quadro, o una scena di un altro tempo, seguita subito dopo dalla sensazione di essere fortemente connessa a quella donna.
Poi li vedeva scomparire, la donna e il capretto, mentre le onde si facevano più alte e Lya andava avanti e indietro sulla battigia. Fu allora che si diresse verso la porta per uscire. E in quel momento riaprì gli occhi, vedendo Lya accanto a sé e rendendosi conto di aver soltanto avuto una visione.
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(Testo di Francesca Enrew Erriu)