IN EQUILIBRIO TRA LA TERRA E LE STELLE
di Carmen Trigiante
Un saggio davvero gustoso sin dalle prime pagine, lo definirei un libello perché ricorda tanto i piccoli trattati satirici con cui si esprimeva la protesta in maniera arguta e sagace (un esempio tra tanti, la Modesta proposta di Swift). Avendo già letto e apprezzato quasi tutte le precedenti opere dell’autrice, ho ritrovato qui la sua penna intelligente, ricca e originale. A confermare che il cosiddetto stile “barocco”, contro l’attuale impoverimento del linguaggio, ha sempre la meglio in letteratura.
La premessa ci ricorda i versi leopardiani sull’esistenza:
“Si nasce nel pianto, si prosegue sgomitando per la sopravvivenza, e, tra una bestemmia e l’altra, si cerca disperatamente di restare a galla, in una pozza di fango che, al confronto, le sabbie mobili sono acqua di rugiada.”
Sembrerebbe dunque che l’essere umano nasca senza speranze di miglioramento, ma non è così, perché l’autrice incoraggia subito a uscire dal nostro stato di zombie e fornisce indicazioni su come fare. Certamente sono necessari un cambiamento e una presa di consapevolezza. Soprattutto, imparare a osservare la bellezza, entrare in contatto con l’energia cosmica.
Il saggio tratta svariati argomenti che ci portano appunto a capire come poterci liberare dai condizionamenti e dalle insidie che limitano la nostra creatività, che rischiano di arginare i nostri desideri, i sogni a cui un po’ tutti abbiamo rinunciato perché considerati troppo velleitari. L’autrice ci porta la sua esperienza personale, il suo coraggio nella scelta di vita, contro ogni aspettativa e giudizio altrui. Approfittando anche per esprimere la rivendicazione dei diritti della donna in tutti i campi.
Con un’ampia conoscenza in campo filosofico e psicologico, vengono delineate le varie tipologie di manipolatori seriali e di invidiosi:
“Un caso di studio interessante è quello dei cosiddetti figuranti da banchetto, che appaiono e scompaiono in concomitanza con le cerimonie in corso. I migliori sono specializzati nel garantire la loro presenza in toto, dalle feste di compleanno alle funzioni religiose, i più macabri hanno una particolare predilezione per i funerali, che scambiano per occasioni ludiche.”
Mi sono trovata molto in accordo con il discorso sull’incapacità della giustizia di fronte al dilagare della violenza (figlia dell’ignoranza) e sul concetto di libertà che, sottolinea l’autrice, non significa affatto mancanza di regole.
Più particolare la posizione dell’autrice riguardo il perdono: da una parte è vero, come lei sostiene, che il buonismo e il “perdono indiscriminato” non debbano essere imposti nell’illusione di vivere meglio e che in tanti casi sia necessario ribellarsi; ma dall’altra parte, credo che la consapevolezza e il lavoro su se stessi portino anche ad accogliere la filosofia buddista con il detto:
“Perdona gli altri non perché essi meritano il perdono ma perché tu meriti la pace”.
Davvero un libro interessante quello di Carmen Trigiante, ben scritto, utile perché fornisce tanti spunti di riflessione e discussione, e non è poco di questi tempi. Complimenti.
