Care amiche e amici del blog “Dalla Stella alla Terra”, da oggi inauguro una nuova rubrica che spero sarà gradita: si tratta di uno spazio dedicato ad autori e autrici emergenti che ho avuto il piacere di leggere e apprezzare nell’ultimo anno. Si chiama “Autori del Futuro” perché vuole credere in questi validi autori e dare speranza a chi ha scelto di esprimersi attraverso la magica via della Scrittura.
La prima intervista della rubrica “Autori del futuro” vede protagonista ELISA AVERNA autrice di romanzi di vario genere, alla ricerca di tematiche originali e nuovi stili.
Il suo romanzo “La Donna Zero” è un viaggio distopico cyberpunk che con originalità – seppur richiamando capolavori di fantascienza – e ottima scrittura descrive ciò che potrebbe accadere alla Terra tra non molti anni.
Dalla quarta: Nel 2060, la pace governa il mondo costituito da stati federati. La concentrazione governativa è sui nuovi armamenti spaziali per colonizzare Marte. La comunicazione verbale è in disuso a favore dell’utilizzo del microchip per la lettura del pensiero. Le relazioni umane sono facilitate dai “bagni di luce”, grazie ai quali è possibile raggiungere i livelli mentali più profondi. Tutto nel vivere quotidiano è veloce, pratico e comodo. Eppure, la depressione dilaga.
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Intervista
Ben trovata Elisa e grazie per aver accettato l’invito nel blog “Dalla Stella alla Terra”!
Ciao Francesca, grazie a te per avermi invitato e un saluto a chi ci sta leggendo.
1- Ecco la prima domanda per te: mi ha molto colpito tutta l’ambientazione che crei nel tuo romanzo “La donna zero”, con una vivida immaginazione ma anche dimostrando di esserti molto documentata. Quindi mi piacerebbe sapere, qual è stata l’ispirazione per questa storia, e in generale quali fonti ti ispirano maggiormente per scrivere?
Per l’ambientazione volevo qualcosa di spiazzante per un romanzo cyberpunk. Il Rojava attuale è ben diverso da quello descritto nel romanzo. In qualche modo desideravo riscattare una terra così provata e trasformarla in una terra d’avanguardia.
Documentarsi è davvero il minimo prima di scrivere. Ho cercato di rendere la storia fruibile anche a chi non conosce o ama il genere, cercando di alleggerire i temi socio-filosofici (non sono certa di esserci riuscita) con una trama a tratti birichina.
Quanto all’ispirazione, volevo una protagonista donna, un’ambientazione insolita e toccare temi scomodi e attuali. Questi erano i tre punti fermi. La storia poi si è scritta praticamente da sola… Me l’hanno dettata i personaggi. Un “fenomeno” molto frequente tra gli autori. Mentre la scrivevo, avevo il film in testa. In generale posso trarre ispirazione da qualsiasi cosa colpisca la mia attenzione. A volte, distesa sul letto, passo lunghi minuti a guardare il soffitto. Guai se mi si dice che non sto facendo niente (ma ormai non me lo dice più nessuno). In quel momento in realtà sono in piena “estasi creativa”. È come se il soffitto diventasse lo schermo di un cinema nel quale proiettare immagini, suoni e colori. Il soffitto si anima ed io osservo. Poi scrivo. Prendo anche ispirazione dai sogni, come accade a molti autori, ma anche dai dettagli che magari possono avere poco senso per altri, ma che per me sono la scintilla per montare un’ intera storia. Inutile negare che l’ispirazione è la vita stessa, nelle sue bellezze ma anche nei suoi orrori.
- Le protagoniste del romanzo sono ex guerriere del Rojava. Come mai hai deciso di partire da una situazione socio-politica così precisa e di trattare nel tuo romanzo temi molto complessi e anche rischiosi, come la lotta femminista, il patriarcato, l’uguaglianza di genere? Pensi che possa essere utile a smuovere qualche coscienza?
Esatto! Hai centrato in pieno la mia intenzione: provare a smuovere qualche coscienza, offrendo magari argomenti di dibattito. Nei miei romanzi, in generale, c’è sempre un duello dialettico tra due personaggi con visioni della vita opposte. Questo perché apprezzo il confronto anche nella vita vera. Nessuno, come sappiamo, è fatto totalmente di male e di bene e la ragione non propende mai in toto solo da una parte. E poiché tentare di “smuovere le coscienze” non significa tentare di “colonizzare i cervelli altrui” (trovo che i romanzi ideologizzati siano irritanti), cerco semmai di stimolare nel lettore riflessioni e senso critico. Pur trattando certi temi, sui quali io stessa ovviamente ho una mia posizione, m’impongo di essere “imparziale” nel dare spazio ai personaggi con visioni diverse. Così per esempio in “Chiodi di ghiaccio” ho contrapposto un personaggio antispecista a uno con una visione antropocentrica e condizionata dal suo credo religioso. - Scrivendo questo romanzo avevi intenzione di rivolgerti a un pubblico in particolare? Per esempio affrontando temi sull’identità sessuale e l’identità di genere, ti aspetti qualche reazione dalla comunità Lgbtq?
In realtà ho cercato di “fotografare” la situazione attuale e mi sono limitata a proiettarla, “estremizzandola”, nel futuro, creando gli ASH come l’ultima frontiera dell’umanità, come esseri intersessuali sterili, con organi genitali che fondono in sé le caratteristiche di entrambi i sessi, quindi come esseri che non sono né totalmente uomini né totalmente donne.
Il tema dell’’identità di genere era funzionale a quello della crisi identitaria e dell’incomunicabilità e della disgiunzione della conoscenza dalla vita che ha reso il mondo muto e “morto”. - Dalla tua biografia ho visto che sei laureata in Lettere e Filosofia, e questa tua formazione gioca a tuo favore. Quanto hai dedicato alla documentazione per sviluppare questa storia? Sia per la parte socio-politica sia per quella scientifica.
La comprensione del contesto socio-politico è determinante per delineare una storia con un’ambientazione come quella che ho proposto io ne La Donna Zero. In realtà, essendo i temi trattati aderenti ai miei interessi, non mi sono resa conto di “documentarmi” come azione programmata per la stesura del libro. Nella mia quotidianità cerco sempre di informarmi su ciò che avviene nel mondo. La politica internazionale e interna mi interessa per i suoi risvolti sociali, così come le relazioni economiche tra gli stati mi interessano per il loro effetti collaterali nel mercato. Adoro lavorare di fantasia, ma la realtà è sempre la partenza. - Hai all’attivo diversi romanzi con diverse case editrici. Sei soddisfatta (in generale) di queste collaborazioni e avresti dei consigli in merito per gli autori “alle prime armi”?
Cara Francesca, qui tocchiamo un tema complesso e delicato. Spero che sempre meno autori cadano nelle trappole delle false case editrici (quelle che chiedono contributi agli autori sotto qualsiasi forma). Nel mio piccolo continuerò sempre a sostenere la microeditoria non a pagamento. Ho pubblicato solo ed esclusivamente con editori No Eap, ma dire che sono soddisfatta di tutti allo stesso modo, questo no, mentirei. Ci sono editori a cui sono comunque riconoscente. Detto ciò, io non mi riconosco più nell’editoria italiana in generale (ha davvero troppe falle) e non credo che essa abbia più nulla da offrirmi come autrice (come lettrice sì, e continuerò a leggere gli autori emergenti). Noi autori siamo davvero l’ultima ruota del carro, quando dovremmo essere la prima (guadagnano tutti, meno noi). Pubblicherò in self publishing per ragioni di libertà ed economiche e con l’obiettivo di puntare al mercato estero. Già, proprio così: io, che mi ero autoeletta “paladina delle case editrici No Eap” e che fino a poco tempo fa sostenevo: “Mai e poi mi auto-pubblicherei.” Eccomi qui. Anch’io farò parte della schiera degli autori “delusi”. Per me è un fallimento personale. Ma davvero non riesco più a difendere l’indifendibile, a cominciare dalla famigerate “doppie binario”. È vero che c’è molto ciarpame autopubblicato, ma è anche vero che esistono libri ben strutturati e ben scritti. Ad ogni modo, la differenza la fa sempre l’autore e la sua storia (chiedo scusa per il pleonasmo!). - Nella descrizione delle ambientazioni, molto accurate, nel tuo romanzo, ho percepito richiami a capolavori della fantascienza come “Blade Runner”. Quali sono i tuoi autori e generi di riferimento?
Mi riciclo in parte la risposta che diedi un po’ di tempo fa a una book blogger che mi pose la stessa domanda. “Tanto sono erbivora nella vita, tanto sono onnivora in fatto di libri.” Mi sono formata con la letteratura russa, inglese, francese e ovviamente italiana. Dai russi Dostoevskij e Tolstoj, agli italiani Svevo e Verga, ai contemporanei Baricco e Mazzantini. Il mio cuore, per una ragione che non so spiegare, batte in modo particolarmente accelerato per Marguerite Duras. Ma non posso dimenticare Jane Austin e le sorelle Bronte, che hanno segnato la mia adolescenza. Adoro spaziare tra generi diversi, sia come autrice sia come lettrice, anche se ho una predilezione per i romanzi storici e di formazione e più in generale per i drammoni spezza anima con personaggi complessi sul piano psicologico. Sto imparando ad apprezzare il genere fantasy, purché gli autori non si spendano troppo a descrivere combattimenti tra popoli o mi intrattengano troppo in scene “allunga brodo”. Purtroppo con i “romance” continuo ad avere un rapporto conflittuale (e credimi sono molto diplomatica, perché fino a poco tempo fa non potevo neanche sentirne parlare). Se non vedo personaggi stereotipati, lessico povero, intreccio banale e scontato e finalino da “prima comunione” certamente mi rimangono meno indigesti. Apprezzo il vocabolario più esteso presente nei dark romance e nel romance d’ambientazione storica (gaffe storiche escluse). - L’ultima domanda: ho chiamato questa nuova rubrica “Autori del Futuro” come incoraggiamento per gli autori emergenti. Come ti vedi come autrice nel tuo futuro?
Libera.
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Elisa Averna è nata a Genova nel 1974. Ha conseguito la laurea in Lettere e Filosofia, indirizzo demo-etno-antropologico con la lode, per poi specializzarsi con lode in Conservazione dei Beni Culturali. Si occupa di progettazione museologica.Ha pubblicato libri di saggistica e le seguenti opere di narrativa:
2019 – Prisma – Editore: EdiKit
2020 – Chiodi di Ghiaccio – Editore: Bertoni Editore
2020 – Romanzo d’estate – Editore: Eretica Edizioni
2020 – Pizzi neri e merletti grigi – Editore: Nulla Die Edizioni
2021 – L’Aquila d’Oro. Sulle tracce del Quarto Reich – Editore: Capponi Editore
2021 – H.H. Figlia della strada – Editore: Edizioni Il Ciliegio
2022 – Chiamata dall’inferno – Editore: Dark Abyss Edizioni
2022 – La donna zero – Editore: MondiDiVersi
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Intervista di: Francesca Erriu Di Tucci
Visita la pagina Facebook: https://www.facebook.com/francescaerriuditucci
*Come l’alba e il tramonto*