Siamo nel maggio del 1977, le strade di Berlino sono ancora un po’ fredde. L’album capolavoro “Lust For Life” dell’amico Iggy Pop è completato. Bowie richiama agli studi Hansa i vecchi compagni di delirio (Brian Eno e Tony Visconti) a cui si aggiunge Robert Fripp dei King Crimson. Berlino era il centro di tutto quello che stava succedendo e succederà in Europa nei successivi anni. Ma questo avverrà poco dopo ma Bowie già lo sa e lì ci trascorre degli anni. E così girovagando e camuffandosi fra le strade di Berlino Ovest, la rockstar e celebrity mondiale David Bowie vive uno stato euforico totale per cercare quell’ispirazione e verve che solo i quartieri neri, devastati, isolati, turchi, freddi e sbarrati di Berlino potevano regalargli. Erano gli anni della Guerra Fredda, del Muro, era il desiderio dell’unione, della libertà, era il sogno di un uomo in cerca di sé stesso.
Bowie è ancora malato, ruba il tempo con il bere e la droga, dimentica la sua realtà vivendo nel sogno, rinchiuso in quello zoo che è il suo rifugio. A Berlino scrive ed incide probabilmente la più bella canzone rock di tutti i tempi.
“Heroes”
(pubblicata 41 anni fa)
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(di Marco Russo Bowie-ism)