Expressamore
In genere era puntuale. Salvo qualche sciopero ovviamente, o se capitava un incidente…in quel caso non passava nessuno tutto il giorno. Ma in genere spaccava il minuto, su quello non aveva dubbi, ed era sempre pronta ad accoglierlo. Pronta a fremere al suo arrivo. Il suo passaggio era come un tornado, l’amore era breve ma in un istante la sua forza bruta la faceva tremare e barcollare, lasciandola ancora stordita quando se ne andava, così com’era venuto – non per niente lo chiamavano il Rapido! Per fortuna lei si riprendeva in fretta, era abituata a quella furia, e si preparava ad accogliere un altro treno, con cui l’avrebbe senz’altro tradito.
Intro
A volte quando capita mi prendi con dolcezza, in certi periodi succede anche tutti i giorni, ma in altri molto meno e mi lasci in un angolo a far le ragnatele! Per fortuna quando mi tocchi so che per un po’ sarò felice, certo i preliminari spesso sono lunghi ma l’importante è trovare un accordo. E allora inizia una lunga sessione, beh, tra Stairway to Heaven e Highway to Hell è difficile la scelta, ma poi decidi e io sorrido: paradiso o inferno è uguale quando sono con te. Godo il più possibile di quell’armonia, perché so che durerà il tempo di una o due canzoni. Ma è bello che dove finiscono le mie corde debbano in qualche modo cominciare le tue dita.
Effetti collaterali
La porta del laboratorio era aperta. Entrò dopo aver indossato la tuta termica,per sopportare l’altissima temperatura. Come ogni giorno,passò in rassegna gli uomini di fuoco, ognuno nella sua camera ipotermica;ormai erano rimasti in pochi,gli ultimi sopravvissuti al surriscaldamento globale del pianeta. Davanti a uno di loro si fermò,riconoscendo gli occhi dell’uomo che amava;il fuoco lo avvolgeva ormai in ogni parte del corpo. La dottoressa sapeva che gli restava poco da vivere. Aprì la porta della camera ipotermica,cosa che non avrebbe dovuto fare; si tolse la tuta protettiva,altra cosa che non avrebbe dovuto fare. Poi si avvicinò all’uomo di fuoco,e dopo averlo guardato, lo toccò – e anche questo no, non l’avrebbe dovuto fare. E quando l’inserviente entrò per pulire, trovò la tuta per terra,e accanto soltanto un mucchio di cenere dorata, come i capelli della dottoressa. Raccogliendo quei resti pensò tristemente “Ecco, non ha tenuto conto degli effetti collaterali”.
(Testi di Francesca Erriu Enrew, 2017)
