I Racconti di Tara* (11) Il Nuur blu

I Racconti di Tara raccolgono le memorie della giovane Tara, sciamana del popolo Sar’d (antico nome dei sardi). In epoca presumibilmente pre-nuragica, Tara fu tra le prime abitanti di quella terra a partecipare all’incontro tra i Sar’d e gli Stellari, in particolare i fratelli e sorelle di Sir (antico nome di Sirio) e di Haar (antico nome di Arturo).

L’incontro con il compagno stellare Orios, la porta a comprendere il suo compito, nella consapevolezza di poter aiutare i propri simili con le sue capacità di guarigione e non solo. 

Il nome Tara significa Stella.

 

tara 1

 

Un tempo indefinito trascorse nel Maar. Un tempo indefinito servì a Tara per vedere la propria notte. E ogni giorno fondersi e scambiare le energie col Maestro della Notte, nel fluire di luce e oscurità insieme. Altri esseri giunsero per lavorare con loro: i Maar, Anthymos dei Sir, Orian a guardia della grotta, e Al-sha figlia delle Pleiadi.

Finché furono di nuovo soli, e il Maestro apparve dentro le fiamme del fuoco blu, la sua tunica brillava e sulla fronte era comparso uno stemma dorato. Egli era il Maestro della Luce. Aveva gli occhi chiusi e non parlava, ma come una musica si sentiva intorno a lui.

Tara indietreggiò e cadde in ginocchio per la potenza e l’amore che la sua figura emanava. E abbassò lo sguardo, perché era giunto il momento di tornare, come le aveva detto Orian tempo prima.

“Ora sarà come reincarnarsi” le spiegò Orian che intanto si era affacciata nella grotta “ma avrai quasi settant’anni. Porterai con te questa memoria: il Saar, il Taar e il Maar sono Pace, Amore e Guarigione. Tutto è fatto di tre parti: Corpo, Mente, Spirito.”

Tara si rannicchiò in un angolo, un vortice d’acqua di grande potenza la avvolse sollevandola fino in superficie, ripercorrendo il viaggio che aveva fatto con Xyara. E perse i sensi, sapendo che non avrebbe ricordato nulla. Nel Maar tutto era stato resettato. Sarebbe tornata ai tempi del degrado come se il tempo fosse trascorso normalmente, senza più gli effetti del fluido di Orios.

Si risvegliò nella sua capanna e subito raccolse i rami per fare il fuoco. Aveva le mani raggrinzite e camminava lentamente, ma questo le sembrava normale, la giovinezza era soltanto un ricordo lontano. Indossava una tunica scura – simile a quella del Maestro della notte – e un velo sulla testa. Cominciò a sistemare tutto ciò che trovava fuori posto nel Nuur blu, devastato dalle intemperie e dall’incuria. Sapeva di doversi prendere cura di quel luogo sacro. Lo percorse tutto, toccando le pietre e baciandole, come riconoscendo la loro energia. E ringraziava per essere ancora viva, perché ricordava di essere stata molto male la notte prima.

Diversi animali cominciarono a comparire intorno al Nuur notando la sua presenza, sperando forse in un po’ di cibo. In particolare un capretto si avvicinò coraggiosamente più degli altri e catturò la sua attenzione, tanto da indurla a seguirlo sulla pianura. Si fermò accanto a un bellissimo albero con grandi radici, e vicino si potevano vedere, seppur nascoste dalla vegetazione, pietre di forme particolari e con aperture simili a porte. Tara istintivamente si affacciò ad una di queste, ed entrò in una piccola sala scura, dove chiuse gli occhi.

Comparve una donna dentro la sala. Aveva capelli lunghi e una lunga veste bianca. Disponeva dei fiori sulle pietre e le sorrideva.

“Benvenuta sorella,” le disse “ti aspettavamo.”

“Sei una sacerdotessa?” le chiese Tara nella sua mente.

“Sì, sono la sacerdotessa di Lemuria. Lemuria è stata la prima civiltà umana creata sulla Terra dagli Stellari. È stata una civiltà di grande armonia e amore, ma poi distrutta a causa dei conflitti tra i clan familiari. Ma questo non è ancora avvenuto.”

“Quindi tu sei me stessa nel passato?”

“Io sono nel mio presente, che però è per te anche il tuo passato. Mentre il tuo tempo è il mio futuro. Ma tutto avviene contemporaneamente, Maestra Tara.”

“Nessuno mi ha mai chiamato Maestra.”

“Per noi lo sei. E anche per il Maestro dei Cristalli.”

Quando la sacerdotessa disse questo, comparve accanto a lei una figura maschile con tunica bianca e dorata. Egli disponeva dei cristalli della terra per tutta la sala di pietre.

“Stiamo caricando questa terra dopo la distruzione. Tu farai altrettanto con le nostre indicazioni.”

Tara voleva rispondere, ma la voce del giovane la lasciò senza parole. Semplicemente sorrise mentre lui la guardava, e sentiva un grande amore che non sapeva spiegare. Non poteva ricordare di averlo già conosciuto. E non avrebbe potuto riconoscerlo per via di quelle ferite inferte proprio dal suo pugnale. Tanti tempi dovevano passare prima di ricongiungersi ad Orios.

***

(Testo di Francesca Enrew Erriu)

(Immagine: Maiden with a laurel, Henry Ryland)

Informazioni su Ofelia72

Come tutte le anime in viaggio, a un certo punto ho sentito di dover mettere insieme tutto ciò che scrivevo o percepivo da tempo. Così è nato questo blog, dove in particolare trascrivo i messaggi dei miei contatti con le Stelle (Beatrix di Sirio). Questi sono raccolti nella categoria “Esseri senza tempo“. Nelle altre categorie troverete: i miei scritti narrativi – come racconti, poesie e canzoni (“Stories“) articoli sull’arte, musica e consigli su libri o film (“Cinema e libri“) articoli sulle pratiche olistiche del mio lavoro, come il Reiki e i Registri Akashici (“Guarigione/Healing“) In questo blog uso il nome di Ofelia72 (uno dei miei nickname) Se vuoi scrivermi fuori dal blog la mia mail è zetazeta72@gmail.com Ti invito a visitare anche le pagine Facebook: https://www.facebook.com/francescaerriuditucci https://www.facebook.com/profile.php?id=100067082611786 Ofelia72
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